Romano Zeraschi sent us this recent cloud inspired poem. We’ve paired it with a sunrise over Sumirago, Varese, Italy by Paolo Bardelli.
Nuvole:
anime che svolano
addensano
e svaporano
cartografie di sogni
illusioni.
Stampigliano promesse
scambiano timidi baci
e umide di timidi amori
vezzose e libere
scorrono e sbrigliano
nel superno abisso
senza paura.
Dipingono
cose che vorremmo
e non sappiamo
o ci fanno paura
minacciose
quando avanzano orridamente scure
per poi pentirsi
e piangere
e allora è una promessa
un pegno assoluto
uno squarcio che viene dal blu
dentro la fossa
del nostro esistere
giù nei meandri delle nostre attese.
Eccole che finalmente di nuovo scorrono
e sfarfallano rappacificate
eccole che indugiano pigre
decorando i plurimi cieli con nobili medaglie
di smalti ialini
e poi madrepore, ventagli di gorgonie e coralli.
Fantastiche creature:
talvolta assumono il tratto di un topolino
e allora paiono squittire
a volte son volpi, farfalle, uccelli
e allora si attende un guaito
il cinguettio garrulo di un fringuello, d’un cardellino civettuolo.
Più spesso scorrono liberamente festose come alunne d’un primo giorno di scuola
o s’indovinano in ricreazione
immerse in un fervore di beatitudini
dimentiche d’ogni campanella.
Osserviamole ora per ora
seguiamone le tracce nell’inseguimento infinito
mutevole ed eterno:
vederle in adunata
stringersi in circolo come sorelle
ci paiono intonare di lassù un coro
per poi obbedire ad un cenno imperscrutabile
e allontanarsi per punti cardinali diversi
a oltrepassare l’orizzonte o morire prima
magari a ovest, sciogliendosi nel tramonto.
E al mattino
rivestite di bianco
quando germogliano appena al primo orizzonte visibile
sbocciarsi poi in eteree
quasi fragranti e revolute forme
che si allontanano
divergono e poi s’adunano
accavallandosi in canyon e radure
e precipizi
e burroni
o talora vicendevolmente sgranarsi a festoni
in bianche molliche d’immaginarie catene
colline e pianure
e dissomiglianti montagne
disegnando .
Accade anche che una nube si compiaccia in splendido isolamento:
resti alta allo zenit
o sfiori gli orizzonti per una ronda circolare
d’una missione compunta e segreta.
Albe e tramonti susseguono
ed è allora che si ammantano di violetto
o in più tenui ametiste
tramutando in arancio o porporino.
Veleggiano in grumi vacui
in eburnei fiocchi galleggiano
pullulando talvolta in purpurei amorini
E non raramente si espandono
circonflesse o lenticolari
o si aggregano, rabbuiandosi in cumuli e nembi.
Man mano, il Grande Atlante si sfoglia:
isole e atolli e lagune compaiono
i reef d’una barriera corallina
istmi e favolosi fondali
e penisole e continenti
un tettonico scivolar di placche
milioni di anni in poche ore
minuti del nostro esistere.
Lassù c’è vita
condensa e compatta strati e substrati
ere geologiche in ore o minuti
e poi pianeti, costellazioni
lo sciame luminoso dei cirri, asteroidi vaporosi e soffici
e può anche accadere che irrompa un bolide non si sa da qual vento sospinto.
Ma questa è scienza
meteorologia astratta
geologia e geografia insieme
inesatta e purissima astronomia
quand’esse son lassù a giocare invece per gli eterni bimbi
per i cuori dell’infanzia
per noi solamente
per noi
piccoli e sperduti principi d’un pianeta perduto.
© Romano Zeraschi